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William Morris - Il padre del "Disegno industriale"


Il nostro viaggio non poteva non cominciare da colui che viene considerato (suo malgrado) come il padre del disegno industriale, William Morris.
Nato nei pressi di Londra nel 1834 è stato un artista e scrittore britannico, egli infatti non era architetto.

William Morris

Morris condivideva con Pugin e Ruskin un filone di idee ben distaccato dai movimenti artistici del primo decennio del XX secolo. Secondo loro infatti la “corruzione degli stili del XIX secolo” sarebbe stata annullata da un artigianato ispirato, e un’architettura autentica sarebbe stata raggiunta mediante l’espressione diretta di virtù morali incorrotte.
 
La caratteristica che guiderà l’intero percorso di Morris è infatti il disgusto dell’impatto della rivoluzione industriale sull’organizzazione sociale, sui metodi costruttivi e sulla base morale della cultura stessa.
 
Morris cerca dunque di conciliare la produzione industriale e l’arte, creando un oggetto in serie dal basso costo ma dal bel disegno. 
Si punta a portare il bello nelle case di tutti.
 
Per perseguire il suo ideale fonda nel 1861 la Morris, Marshall, Faulkner & Co., un’azienda per la produzione di oggetti di arte applicata, in società con l’architetto Philip Webb che lo aveva supportato nella costruzione della sua casa (che analizzeremo in un prossimo post), e con due tra i principali protagonisti della Confraternita dei Preraffaelliti, Dante Gabriele Rossetti e Edward C. Burne-Jones. 
Quest’azienda produceva elementi d’arredamento, decorazioni d’interni, vetrate e carte da parati, queste ultime molto gettonate da Morris.

La volontà di creare oggetti d’arte prodotti da artigiani mantiene però alti i costi, e viene dunque meno la possibilità di rendere i prodotti della Morris, Marshall, Faulkner & Co. appetibili a tutti.
 
Si interrompe così il circolo virtuoso teorizzato da Morris, articolato in buone condizioni del lavoro, eliminazione della frattura tra progetto e esecuzione, realizzazione di prodotti semplici e di buona qualità formale destinati ad entrare nelle case dei lavoratori che hanno contribuito a crearli.
 
L’interesse di Morris per il design, per il lavoro manuale ed i materiali si riflette fortemente anche nella sua opera di pittore e di scrittore, fondando anche una casa editrice, la Kelmscott Press.

Morris morirà nel 1896, lasciando in eredità al mondo del design grandi insegnamenti che vengono perseguiti ancora oggi, come vedremo in futuri post.



Essendo il primo post vi chiedo di darmi consigli sul come migliorarmi, grazie!





Bibliografia

  • Elena Dellapiana e Guido Montanari, Una storia dell’architettura contemporanea, UTET Università, 2015.
  • William J. R. Curtis, L’architettura moderna dal 1900, Phaidon, 2006. 

Sitografia


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